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HO IL CLITORIDE LUNGO COME UN PENE

clitoride lungo

In breve:
Iene, lemuri, talpe e altre specie animali si aggiudicano il primato del clitoride più grande del regno animale. Si definisce pseudo-pene quello che per le femmine è semplicemente un grande immenso clitoride. Viene ritirato durante i rapporti sessuali, serve per stabilire potere e dominanza all’interno del gruppo e nelle società matriarcali sembra proprio funzionare!

Articolo:
Avere il pene vuol dire avere potere.  E questo le femmine l’hanno capito da tanto tempo: per questo esistono specie animali in cui le femmine hanno uno pseudo-pene!

Nella maggior parte degli embrioni di mammiferi, il tubercolo genitale si forma molto presto e poi, a seconda degli ormoni sessuali da cui viene stimolato (in base al sesso dell’individuo), diventerà un pene o un clitoride.
Gli androgeni, come il testosterone stimolano la crescita del pene e sono spesso associati anche all’aggressività. Biologicamente ed evolutivamente, quindi, pene = forza. Forza = potere.

Per questo si suppone che  in molte società matriarcali di specie animali, le femmine abbiano sviluppato un clitoride grande come un pene flaccido: si tratta di clitoromegalia o anche chiamato pseudo-pene. Tale clitoride può essere lungo fino al 90% della lunghezza di un pene e, almeno esternamente, sembra essere identico ad un pene, addirittura con la presenza dello scroto. L’unica differenza anatomica e fisiologica è la mancanza di uretra: le femmine non possono, infatti, urinare dal clitoride.
Al contrario di un pene vero, però, nelle femmine con clitoromegalia, il clitoride può essere ritratto. Ciò permette, durante l’accoppiamento con un maschio, di “controllare” la penetrazione in modo da difendersi da eventuali rapporti non consenzienti.

Ma quali sono queste specie?

L’esempio più documentato e famoso è quello della Iena maculata (Crocuta crocuta), seguono il Gatto orsino (o binturong) (Arctictis binturong), le Scimmie scoiattolo (Saimiri),  le Scimmie ragno di Geoffroy (Ateles geoffroyi), i Fossa malgasci (Cryptoprocta ferox) e i, sempre endemici del Madagscar, Lemuri dalla coda ad anelli (Lemur catta). Qualche caso sporadico è stato anche documentato nelle Talpe europee, negli Uccelli Casuari e sembra anche in un insetto brasiliano (Neotrogla brasiliensis).

Non credo sia un caso, che la maggior parte di queste specie siano specie prevalentemente matriarcali (è la femmina la dominante) e infatti è stato teorizzato che le femmine di Iena siano molto più grandi e aggressive dei maschi. Le società delle Spotted hyena hanno infatti un rigido ordine gerarchico che è ben chiaro a ogni membro del branco, al cui apice ci sono le femmine, e ad occupare le posizioni più sottomesse sono i maschi. Come in molte società matriarcali (elefanti, giraffe, lemuri, cercopiteci verdi…), le femmine trasmettono e passano il loro “potere” alle figlie femmine e, così generazione dopo generazione, il gruppo rimane matriarcale mentre i maschi, raggiunta la maturità sessuale cercheranno altri gruppi in cui accoppiarsi (Strategia evolutiva per evitare l’imbreeding).

Studi scientifici hanno ipotizzato che la dominanza e la presenza dello pseudo-pene nelle Iene maculate sia dovuta alla presenza di livelli alti di androgeni pre e post – natale. Alti livelli di androgeni sono stati osservati nella seconda metà della gestazione, il che potrebbe essere ricondotto alla causa della mascolinizzazione delle femmine di Iene.
I livelli di androgeni post-natali sono più alti nelle femmine che nei maschi, il che fa pensare alla correlazione tra questo e l’aggressività/dominanza della femmina rispetto al maschio.
Tuttavia, hanno eseguito un esperimento e, pur stoppando la secrezione di androgeni, il clitoride non smetteva di crescere. Il che ha lasciato pensare che il clitoride e la sua crescita non dipendano dalla presenza di ormoni maschili nelle Iene.

Concludendo, quindi, lo pseudo-pene è un carattere di dominanza e potere nelle società matriarcali ma non solo: è infatti anche un ornamento di richiamo sessuale. Tuttavia, almeno per le Iene, il parto è molto doloroso, soprattutto il primo in cui il rischio che il feto nasca morto è molto alto, dovuto allo sforzo e al dolore del parto. Molti scienziati riconducono questa difficoltà nel parto al parto degli umani dovuto alla postura bipede.

Peccato, però, che nel primato del parto più doloroso, insieme alle Iene, l’Uomo non abbia anche il primato del clitoride più grande del regno animale.

Chiara Grasso

Fonti:

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