Le aree naturali protette, chiamate comunemente anche riserve naturali o oasi naturali, sono delle aree naturali che hanno la funzione di mantenere l’equilibrio ambientale di un determinato luogo, aumentandone o mantenendone la biodiversità. Si tratta di aree naturali caratterizzate da paesaggi eterogenei e abitate da diverse specie di animali e vegetali. Un’oasi naturale è destinata al rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna selvatica, dove è proibita la caccia – salvo per motivi di controllo delle specie di fauna selvatica in soprannumero.
Quando si viaggia, sopratutto all’estero, ci si trova obbligati a dover pagare un biglietto d’entrata per visitare il parco o l’Oasi Naturale.
Ma perché?
Avete presente le indicazioni che segnalano i percorsi? Le mappe per non perdersi? I progetti di conservazione e ricerca per la tutela dell’ambiente e degli animali? La lotta al bracconaggio?
Avete presente la fauna e la flora che osservate e per cui siete lì?
Ecco. Senza biglietto d’entrata, non ci sarebbero!
Vediamola così: è stato calcolato che l’84% delle entrate economiche dei parchi naturali provengono dall’Eco-Turismo e che questo contribuisce al 66% dei fondi per la conservazione delle 360 specie di mammiferi, volatili e anfibi minacciate.
L’Eco-Turismo contribuisce positivamente sull’impatto ecologico di più di 800 specie, agendo attivamente sulla conservazione degli habitat, della specie e limitando al minimo le attività illegali sull’ambiente e sugli animali.
L’impatto positivo non è solo sulle popolazioni locali e sullo sviluppo economico di queste, ma anche e soprattutto sulla biodiversità di quelle zone e sulla salvaguardia di alcune delle specie minacciate, secondo la IUCN.
Tutto ciò che manda avanti i parchi naturali sono le entrate dei visitatori, i gadget venduti, le donazioni ed i volontari. Insomma, l’ecoturismo. (Leggi il nostro articolo sul turismo sostenibile: www.eticoscienza.it/2018/08/25/ecoturismo-chiaragrasso/)
Oggi nel mondo i parchi nazionali sono più di 7000 (24 quelli italiani con il Gran San Bernardo, il piu’ antico, istituito nel 1922) e nessuno di questi è totalmente finanziato dallo Stato, dalla Provincia, dalla Regione o dal Governo. I finanziamenti arrivano da donazioni di privati, da fondazioni, da progetti Europei come il progetto LIFE e sopratutto dalle entrate dei visitatori.
Immaginiamo, inoltre, che se un parco non avesse un orario, un cancello e un biglietto d’entrata, probabilmente durante le ore meno visitate, sarebbe preso d’assalto da bracconieri, teppisti e incorrerebbe in numerosi rischi.
Grazie ai finanziamenti, è possibile stabilire guardie fisse, controlli, ricerca scientifica, conservazione, monitoraggio degli spostamenti e del numero di individui, gestire e controllare fauna e flora invasiva, mettere in atto progetti di educazione ambientale, progetti di reforestazione, di tutela di specie a rischio e di sostentamento della popolazione locale.
In Africa ad esempio, sono molti i casi i cui i giovani devono scegliere se essere bracconieri o lavorare contro questi.
Se non ci fossero finanziamenti, le popolazioni locali non potrebbero essere pagate e i giovani sceglierebbero la via più facile: quella del bracconaggio e delle azioni illegali, invece che lavorare per il Parco al fine di tutelare ambiente e animali.
Insomma, la prossima volta che ci viene da storcere il naso davanti ad una decina di Euro spesi per entrare in un Parco Naturale, pensiamo a quanto, quei soldi stanno aiutando l’ambiente più di tante donazioni in piazza o petizioni firmate!
La conservazione parte da noi. Scegli di essere un turista responsabile.
Chiara Grasso
Fonti:
*Buckley Ralf C, Morrison Clare, Castley Guy J – Net effects of Ecotourism on Threatened Species Survival – 2016
*Montanari A., Ecoturismo. Principi, metodi e pratiche, Bruno Mondadori, Milano, 2009
*http://www.parks.it/federparchi/rivista/P46/132.html
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Etologa
Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo presso l’Università di Torino. Dopo aver svolto uno stage formativo presso il “Bioparc Valencia” (Valencia, Spagna) ed essere stata guida naturalista e ricercatrice presso “Monkeyland Primate Sanctuary” (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso “Kids Saving the Rainforest – Wildlife Sanctuary and Rescue Center” (Quepos, Costa Rica). E’ stata finalista nazionale del contest di comunicazione scientifica “Famelab 2018” ed ha partecipato come relatrice a TEDxRovigo 2019. Dal 2019 è guida escursionistica ambientale certificata e socia della Società Italiana di Etologia. Nel 2020 ha ottenuto l’attestato FGASA come guida safari in Africa e il certificato di Track and Sign da Cybertracker level I. Attualmente si occupa di divulgazione scientifica presso l’Associazione ETICOSCIENZA. Da marzo 2021 è stata nominata all’interno del Consiglio di Amministrazione del Bioparco di Roma.
chiaragrasso.eticoscienza@gmail.com