"Un futuro per GAIA". Partecipa al nostro progetto di riforestazione

IL RUOLO ECOLOGICO DEI CHIROTTERI

Percepiti ancora troppo spesso come animali pericolosi e da cui stare alla larga, i pipistrelli svolgono un ruolo ecologico essenziale all’interno degli ecosistemi. Chiamati in tedesco “Fledermaus”, tradotto letteralmente come “topo volante”, i Chirotteri risultano essere uno degli ordini più diversificati e adattati ad una miriade di habitat diversi. Quali sono i motivi principali che hanno portato più della metà delle specie presenti in Italia al rischio di estinzione? Ma soprattutto, cosa possiamo fare noi per contribuire alla salvaguardia di questi animali?

 

Introduzione

I Chirotteri, più comunemente noti come pipistrelli, sono gli unici mammiferi in grado di compiere un volo attivo. Dopo i Roditori, i Chirotteri sono il secondo ordine più numeroso in termini di specie (oltre 1’100 specie conosciute) e vengono suddivisi in Microchirotteri e Megachirotteri. 70 milioni di anni di evoluzione hanno permesso una diversificazione enorme all’interno dell’ordine: diffusi a livello globale – fatta eccezione per le zone polari, subpolari e alcune isole oceaniche – le varie specie sono perfettamente adattate a nicchie ecologiche molto diverse tra loro. I Chirotteri, oltre ad occupare habitat molto diversificati, presentano adattamenti evolutivi estremamente variati in termini di dimensioni, alimentazione, morfologia ed ecologia. Alcune specie si sono adattate a vivere nelle foreste tropicali, altri nei deserti, altri nelle savane, altri ancora in ambienti urbani. Alcune specie presentano addirittura adattamenti evolutivi a climi montani. Anche le abitudini alimentari sono estremamente diversificate ed è possibile distinguere 6 gruppi all’interno dell’ordine in funzione della dieta:

  • Insettivori: insetti catturati durante il volo
  • Frugivori: frutta e parti vegetali
  • Nettarinivori: polline e nettare
  • Ematofagi: sangue di piccoli animali o del bestiame
  • Carnivori: piccoli mammiferi (altre specie di pipistrello, uccelli, lucertole, rane), frutta e insetti
  • Piscivori: pesci

La specie più piccola è Craseonycteris thonglongyai e detiene il record quale mammifero più piccolo del mondo. Con una dimensione massima di 2.5 cm è diffuso in Thailandia e Myanmar ed è insettivoro. Pteropus vampyrus, o volpe voltante malese, è invece la specie più grande: può arrivare a pesare un 1kg e l’apertura alare è di mediamente 1.5m. Sebbene il nome scientifico della specie lascerebbe supporre una dieta ematofaga questa specie è nettarinivora.

 


Il ruolo ecologico

In Italia sono presenti 34 specie di Chirotteri appartenenti al sottordine dei Microchirotteri e prettamente insettivori. I pipistrelli sono animali notturni e sono in grado di cacciare grazie all’eco – localizzazione: mentre sono in volo emettono ultrasuoni, i quali rimbalzano contro gli ostacoli o le prede e vengono captati nuovamente dall’apparato uditivo (Griffin e Galambos, 1941). Questo complesso sistema di orientamento permette ai Chirotteri non solo di muoversi perfettamente nell’oscurità più totale ma anche di riuscire a nutrirsi localizzando insetti durante il volo.

Oltre ai pipistrelli in Italia sono solamente 3 le specie animali che si nutrono di insetti durante le ore di buio (Civetta, Athene noctua; Assiolo, Otus scops; Succiacapre, Caprimulgus europaeus). L’UNEP (United Nations Environment Programme) stima che nell’arco di una sola notte una popolazione di Chirotteri in un contesto urbano è in grado di consumare fino a 14 tonnellate di insetti. È quindi evidente che il ruolo dei pipistrelli è assolutamente fondamentale nell’ottica del controllo delle popolazioni di insetti. Tra le prede ritroviamo anche organismi che vengono percepite dall’uomo come invadenti o “fastidiose”, tra queste sicuramente le zanzare e le falene.

Questo ruolo di regolatore ecosistemico viene rafforzato da un’ulteriore meccanismo messo in atto dai Chirotteri. Quando l’ecosistema è ben equilibrato essi si comportano come predatori opportunisti, si nutrono quindi di diversi insetti seguendo le preferenze individuali. Se però nell’ecosistema vi è un disequilibrio e la popolazione di una specie di insetto aumenta significativamente, allora i Chirotteri si comportano come predatori specializzati e concentrano le loro energie nella cattura di insetti appartenenti a quella popolazione specifica.

La presenza di Chirotteri aiuta quindi a gestire e controllare le popolazioni di insetti sia in una situazione di ecosistema in equilibrio ma anche e soprattutto nel caso in cui una specie gradita aumenta notevolmente la sua densità di popolazione.

 

Minaccia e rischio di estinzione

Sono diversi i motivi per cui moltissime specie di Chirotteri rientrano nella lista di specie minacciate o a rischio di estinzione. Primo tra tutti è sicuramente la percezione che si ha di questi animali: tradizionalmente il pipistrello viene associato al diavolo, al male, alla malattia e alla sfortuna. È difficile tutelare una specie animale se nell’immaginario collettivo questa viene associata a elementi negativi, da qui l’importanza dell’informazione e divulgazione scientifica.

Secondariamente sono animali più vulnerabili a causa dei meccanismi riproduttivi adottati. Il tasso riproduttivo delle specie presenti in Italia è infatti generalmente molto basso e la gestazione richiede tempi piuttosto lunghi. L’accoppiamento avviene infatti verso settembre – ottobre, dopodiché i Chirotteri vanno in letargo e riprendono la loro attività in primavera, dando alla luce i piccoli solamente verso giugno. Poco prima del parto le femmine tendono a riunirsi in gruppo e restano unite anche durante il primo periodo di allevamento dei nuovi nati. Se in questa fase molto delicata le femmine vengono disturbate vi è il rischio che tutti i piccoli della colonia non sopravvivano, avvenimento che avrebbe conseguenze devastanti sulla colonia e sul popolamento della regione (Fornasari et al., 1997).

Un altro grande problema per i Chirotteri sono l’utilizzo di pesticidi e trattamenti chimici nell’ambito agricolo. In primo luogo l’utilizzo di questi composti riduce nettamente le popolazioni di insetti, causando un netto declino di prede per i pipistrelli. La conseguenza è ovviamente una riduzione delle popolazioni di Chirotteri in quanto le risorse offerte dall’ambiente diventano insufficienti al sostentamento di grandi colonie. Inoltre le sostanze ingerite vengono accumulate durante l’estate all’interno dell’organismo principalmente nei tessuti adiposi. Quando i pipistrelli si risvegliano in primavera bruciano molto velocemente le riserve di grasso mentre le sostanze tossiche vengono rilasciate improvvisamente in grande quantità, questo ha spesso un seguito letale per l’animale.

Cosa possiamo fare noi cittadini?

Prima causa che minaccia le popolazioni di Chirotteri sono l’alterazione e la distruzione dell’habitat. Le zone umide e gli ambienti acquatici sono fondamentali per molte specie in quanto costituiscono le aree di caccia e la disponibilità di insetti in questi luoghi è generalmente molto alta. Alcune specie riposano all’interno di ripari naturali come ad esempio fessure negli alberi, l’alterazione dell’ambiente boschivo riduce la possibilità di trovare luoghi idonei al riposo. Altro fattore d’influenza sono le tecniche agricole impiegate: lo sfruttamento intensivo del suolo provoca una diminuzione della biodiversità e una riduzione di differenziazione ambientale, essenziale al pipistrello sia per la nutrizione sia per trovare ripari.

I pipistrelli si possono aiutare in due modi. Un aiuto diretto è sicuramente la collocazione di nidi e ripari artificiali, posizionabili lungo le pareti della casa. Se ne trovano diverse in commercio con le relative spiegazioni su quale sia il posizionamento più indicato ed efficiente. Indirettamente invece avere una cura naturale del proprio giardino è sicuramente una grande fonte di risorsa per i Chirotteri! Piantare specie vegetali autoctone permette agli insetti una fonte di sostentamento, questi diventeranno poi fonte nutritiva per i pipistrelli.

Articolo a cura di Nicole Santi

 

Bibliografia e sitografia

Seguici sui social

Autore

Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell'Associazione ETICOSCIENZA