Articolo di Diego Parini, associato e collaboratore esterno di ETICOSCIENZA, che ha frequentato il nostro corso di comunicazione e divulgazione scientifica.
In natura la convivenza tra specie diverse accade molto frequentemente. I primi esempi che vengono in mente sono quelli più conosciuti come il pesce pagliaccio e l’anemone, il guardiano dei coccodrilli e i coccodrilli (l’uccellino che pulisce il coccodrillo da insetti sul dorso ma anche dentro le fauci) oppure tutti i parassiti e i loro ospiti.
Queste associazioni possono avere diversi fini ma principalmente sono due: aumentare il successo nel foraggiamento e difendersi dai predatori. Invece, molto raramente, accade che siano direttamente preda e predatore a convivere nello stesso luogo. Sull’altopiano del Guassa, in Etiopia, questa associazione preda e predatore sta funzionando pacificamente e vede protagonisti il babbuino gelada (Theropitecus gelada) e il lupo del Siemen (Canis simiensis). I lupi non attaccano i giovani di babbuino, che, in cambio, permettono al lupo di aggirarsi nel branco per cacciare piccoli roditori. Un compromesso primate-canide che ricorda molto quello avvenuto agli albori della civiltà umana, quando l’uomo ha iniziato a far avvicinare i lupi agli accampamenti, sfamandoli con i resti delle carcasse.
Quindi confondendosi tra la folla e agendo nelle ore in cui i roditori sono più attivi, il lupo riesce a cacciare tranquillamente con ottimi risultati. Tuttavia, come spesso accade, nelle associazioni tra specie diverse, solo una ne trae vantaggio. Infatti da questa convivenza, trae vantaggio solamente il lupo, poiché la sua presenza non tiene lontani gli altri predatori dei babbuini, come leopardi o cani selvatici. In 8 anni è stato registrato un solo caso di attacco, fallimentare, di un lupo ai danni di un giovane babbuino. Non è finita bene per questo temerario, perché è stato attaccato da una dozzina di babbuini adulti (arrabbiati e pesanti circa 20 chili). Rischiare gravi ferite e diminuire moltissimo il successo della predazione non è un’ottima strategia da utilizzare. Quindi meglio utilizzare il branco di babbuini più come nascondiglio per la caccia che come preda.
Pensandoci bene è un po’ quello che accade quando un lupo affamato e in cerca di cibo si avvicina ai nostri centri abitati: non vuole di certo mangiare i bambini. I babbuini sono riusciti a capirlo…e noi?
Diego Parini
Bibliografia:
Venkataraman, Vivek V., et al. “Solitary Ethiopian wolves increase predation success on rodents when among grazing gelada monkey herds.” Journal of Mammalogy 96.1 (2015): 129-137.
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