In precedenza, vi avevamo già descritto quanto possa essere dannosa l’interazione con animali selvatici (qui l’articolo) e la diffusione di immagini distorte tramite i Social Media (qui l’articolo).
In quanto caso vi presentiamo un esempio di quello che può succedere quando un individuo appartenente ad una specie selvatica, come un capriolo, venga abituato alla vicinanza con gli esseri umani, venendo tranquillamente alimentato e accarezzato dalle persone.
Questa controproducente necessità di “dare amore” porta a conseguenze inaspettate, mettendo in pericolo gli animali stessi. Paradossalmente, in questo caso l’animale sarà costretto a vivere in cattività, essendo troppo umanizzato per vivere in Natura, e sarà sottoposto ad un programma riadattativo che gli permetterà, auspicabilmente, di tornare a vivere libero.
Ecco l‘articolo pubblicato online da La Stampa il 3 Novembre 2018, dal titolo “Il giovane capriolo troppo amico dell’uomo salvato nei boschi di Giaveno“:
“Il suo insolito comportamento amichevole nei confronti dell’uomo non era sfuggito agli abitanti delle borgate di Giaveno che da alcune settimane avevano cominciato ad accarezzarla, filmarla e perfino darle da mangiare e fotografarsi insieme a lei: una femmina di capriolo di circa 18 mesi che aveva intenerito anche alcuni cacciatori di passaggio. Ma proprio questo suo atteggiamento socievole, tutt’altro che da animale selvatico, l’avrebbe prima o poi messa in grave pericolo. E così l’amore per le coccole dell’uomo le è costato la libertà: ieri, venerdì 2 novembre, gli agenti faunistico-ambientali della Città metropolitana l’hanno catturata e portata in un centro specializzato per rieducarla alla vita in ambiente naturale.
«Lasciarla in libertà in quelle condizioni l’avrebbe esposta a seri rischi – spiegano gli esperti -. Sarebbe caduta presto facile preda di lupi o di malintenzionati». Il primo incontro con i cacciatori si era concluso con l’offerta di una mela da parte degli uomini con le doppiette. Ma la sua è stata pura fortuna. «Pensiamo che la giovane femmina sia stata avvicinata quando era piccola da persone che le hanno offerto latte e cibo dopo averla trovata da sola – continuano gli addetti del Servizio tutela fauna e flora dell’ex Provincia -. Allevata per un po’, quando è cresciuta, è stata probabilmente liberata nei boschi». Ma ormai era troppo tardi per recuperare le giuste abitudini.
Il giovane esemplare di capriolo ormai pericolosamente addomesticato vivrà per qualche tempo all’Oasi degli Animali di San Sebastiano da Po, dove è stato trasportato ieri sera. Nel centro convenzionato con la Città Metropolitana l’esemplare di capriolo che si è fatto catturare facilmente nel cortile di una casa sarà riadattato a vivere da solo, recuperando l’istinto alla fuga di fronte ad altri animali e persone: condizione indispensabile per non rischiare la vita nei boschi. La sua storia ci ricorda, come sottolinea la consigliera metropolitana con delega all’ambiente Barbara Azzarà, «che salvo quando si trovano in evidente difficoltà o feriti, bisogna evitare di recuperare piccoli animali selvatici ritenendoli abbandonati dalla madre, perché così facendo possono sviluppare l’imprinting verso l’uomo, e perdere la naturale diffidenza. E ciò li espone a gravi pericoli futuri». Meglio, invece, rivolgersi agli addetti del progetto Salviamoli insieme della Città metropolitana, telefono 011/861.6987.”
Fonte: https://www.lastampa.it/2018/11/03/cronaca/il-giovane-capriolo-troppo-amico-delluomo-salvato-nei-boschi-di-giaveno-RBrGhImIiyHxuW1Itb7hTO/pagina.html?fbclid=IwAR0ntDRsRFI_2AOqQ3P0lq0CMZDnz7F6Vf7fasVBiH3AUlZGPf2DryWdv5Q
Seguici sui socialBiologo Naturalista
Laurea Triennale in Scienze biologiche presso “Sapienza” Università di Roma e specializzazione con una Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo presso l’Università di Torino (votazione: 110 e lode). Dopo aver svolto uno stage formativo presso “Ecotoxicology and Animal Behavior Laboratory” (Iasi, Romania) ed essere stato guida naturalista e ricercatore presso “Monkeyland Primate Sanctuary” (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso “Kids Saving the Rainforest – Wildlife Sanctuary and Rescue Center” (Quepos, Costa Rica). Da settembre 2019 è socio della Società Italiana di Etologia. Dopo una recente collaborazione nell’ambito dell’educazione ambientale con il Parco fluviale Gesso e Stura, attualmente si occupa di ricerca e divulgazione scientifica presso l’Associazione ETICOSCIENZA. E’ autore del saggio “I segreti dell’immunità. Tutto ciò che possiamo imparare dagli animali su igiene e controllo delle infezioni” (Edizioni Lindau).
christianlenzi.eticoscienza@gmail.com