Articolo di Daniele Gennaro, che ha frequentato e superato il corso di comunicazione e divulgazione scientifica, offerto da ETICOSCIENZA.
Le gru, uccelli appartenenti alla famiglia Gruidae, sono uccelli migratori diffusi in molti continenti e noti per la loro proverbiale eleganza. Non è un caso che la gru giapponese, Grus japonensis, sia comune nella simbologia del paese del Sol levante e che abbia ispirato, in Cina, l’arte marziale dell’Hequan a cui dà il nome.
In Europa, invece, è possibile ammirare la gru eurasiatica Grus grus, chiamata anche gru cenerina, che ogni primavera spicca il volo dai siti di svernamento, situati principalmente in Spagna (Mingozzi, 2013), per trascorrere la stagione calda nell’Europa settentrionale e nei paesi Baltici.
E l’Italia?
Purtroppo Grus grus è scomparsa come specie stabile dal nostro Paese quasi un secolo fa, come ravvisato nel 2009 da Brichetti che, nel 1981, aveva definito la specie come “migrante raro” sul territorio italiano, con le uniche e saltuarie segnalazioni di stormi di gru localizzate unicamente in Sicilia (Iapichino & Massa 1989).
Negli ultimi decenni, tuttavia, gli stormi di Grus grus hanno mostrato un aumento incoraggiante sia nella frequenza di avvistamenti sia nelle dimensioni (Brichetti & Fracasso, 2004) e nel 2013, in uno studio di Mingozzi (et al.) è stato suggerito che l’Italia ormai sia una tappa importante nella migrazione di questi uccelli, un “ponte” per l’attraversamento del mar Mediterraneo.
Quest’interessante tesi ha sicuramente ricevuto un forte incoraggiamento lo scorso Novembre, con numerose segnalazioni provenienti da tutto il Nord Italia; le gru sono state osservate da decine se non centinaia di persone, e le segnalazioni hanno raggiunto un picco di 220 il 17 Novembre; tuttavia, come riportato su ornitho.it (https://www.ornitho.it/index.php?m_id=30214) non sono ancora cessate del tutto e ancora in questi primi giorni di Dicembre, alcuni fortunati hanno potuto vedere (e udire) degli stormi diretti verso la penisola iberica.
È difficile prevedere l’andamento nel futuro del comportamento migratorio, in quanto suscettibile a diversi fattori ambientali (Berthold & Pulido 1994, Newton 2008) ma simili dati lasciano supporre la possibilità negli anni di una presenza sempre maggiore di gru di passaggio sopra il nostro Paese; forse prima o poi alcuni individui di Grus grus inizieranno a trascorrere l’inverno in Italia, sempre se troveranno areali adatti alle loro esigenze.
Quando accadrà, il nostro paese sarà ancora più bello di prima. Fino ad allora, teniamo lo sguardo alto e godiamoci le formazioni di gru nel cielo invernale; magari aspettandole ancora per questa primavera, quando sarà tempo per loro di volare verso l’Europa settentrionale per riprodursi.
Testo a cura di: Daniele Gennaro
Bibliografia
Berthold P., Pulido F., 1994. Heritability of migratory activity in a natural bird population. Proc. R. Soc. Lond. B 257: 311–315.
Brichetti P. & Fracasso G., 2004. ORNITOLOGIA ITALIANA. Identificazione, distribuzione, consistenza, e movimenti degli uccelli italiani. Bologna: Alberto Perdisa Editore; 2003. ISBN 88-8372- 082-2
Iapichino C., Massa B., 1989. The birds of Sicily. An annotated check-list. British Ornithologists’ Union.
Mingozzi T., 2013. Autumn Migration of Common Cranes Grus grus Through the Italian Peninsula: New Vs. Historical Flyways and Their Meteorological Correlates. Acta Ornithologica, 48(2):165-177. Museum and Institute of Zoology, Polish Academy of Sciences
Immagini:
https://pixabay.com/it/gru-
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Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell’Associazione ETICOSCIENZA