Qual è il ruolo ecologico dei cani? Cosa mette in pericolo la salute di cani, fauna selvatica ed esseri umani? Cosa possiamo fare per limitare la trasmissione di zoonosi?
Come riportato in un recente articolo pubblicato su Perspectives in Ecology and Conservation i cani (Canis lupus familiaris) possono essere potenziali vettori di malattie trasmissibili (antropozoonosi e zooantroponosi) che compromettono, oltre alla loro salute, anche quella degli animali selvatici e degli esseri umani.
Prendendo come esempio la situazione presente in Brasile come caso di studio, i ricercatori hanno sottolineato come i rischi maggiori siano dovuti principalmente alla presenza di cani randagi o cani padronali vaganti che frequentano ambienti boschivi e riserve naturali nei pressi di aree urbane.
A seconda del loro ciclo vitale, per numerosi patogeni la trasmissione può essere favorita nel passaggio da un mammifero (come ad esempio canidi, felidi, primati – essere umano compreso -) ad un altro mammifero (o animali a sangue caldo come gli uccelli) e i cani rappresentano il vettore ideale per il passaggio tra ospiti appartenenti a specie selvatiche e l’Uomo (o viceversa). La trasmissione tra ospiti di diverse specie resta comunque dipendente dalle caratteristiche dell’agente patogeno (ad esempio se questo è generalista o particolarmente specializzato).
Questo fenomeno apre le porte a numerosi spunti di riflessione. Sempre di più le aree naturali protette subiscono un processo di antropizzazione e urbanizzazione, con conseguenti rischi per la fauna selvatica, per gli animali domestici e, chiaramente, anche per noi. In moltissime zone del mondo animali come domestici come gatti e cani rappresentano alcune delle specie maggiormente presenti. Questo denota che il rischio di trasmissione di zoonosi, oltre a quello di predazione, possa rappresentare un elemento estremamente preoccupante per la salvaguardia della fauna selvatica e della biodiversità.
Alla luce di tutto questo è opportuno che si intervenga prontamente nel limitare queste problematiche, a livello governativo e non solo. E’ infatti importante gestire al meglio il proprio animale da compagnia, sia in ambiente urbano sia in prossimità o all’interno di aree naturali. Diventa fondamentale tenere sempre al guinzaglio il proprio cane e di raccogliere i suoi (ed eventualmente i nostri) escrementi oltre, se possibile, a limitare l’accesso all’interno dei parchi naturali (anche quando sarebbe consentito per regolamento).
Christian Lenzi
Fonte: Joel Henrique Ellwanger, José Artur Bogo Chies, The triad “dogs, conservation and zoonotic diseases” – An old and still neglected problem in Brazil, Perspectives in Ecology and Conservation, 2019, ISSN 2530-0644, https://doi.org/10.1016/j.pecon.2019.06.003
Seguici sui socialBiologo Naturalista
Laurea Triennale in Scienze biologiche presso “Sapienza” Università di Roma e specializzazione con una Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo presso l’Università di Torino (votazione: 110 e lode). Dopo aver svolto uno stage formativo presso “Ecotoxicology and Animal Behavior Laboratory” (Iasi, Romania) ed essere stato guida naturalista e ricercatore presso “Monkeyland Primate Sanctuary” (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso “Kids Saving the Rainforest – Wildlife Sanctuary and Rescue Center” (Quepos, Costa Rica). Da settembre 2019 è socio della Società Italiana di Etologia. Dopo una recente collaborazione nell’ambito dell’educazione ambientale con il Parco fluviale Gesso e Stura, attualmente si occupa di ricerca e divulgazione scientifica presso l’Associazione ETICOSCIENZA. E’ autore del saggio “I segreti dell’immunità. Tutto ciò che possiamo imparare dagli animali su igiene e controllo delle infezioni” (Edizioni Lindau).
christianlenzi.eticoscienza@gmail.com