La nostra presidentessa Chiara Grasso, è stata intervistata da Ester Memeo, fondatrice di zampe in famiglia per parlare di cani e bambini, convivenza, benefici e rischi di questo rapporto. Qui trovate un’estratto scritto dell’intervista, che potete ascoltare nel suo complesso nel sito www.zampeinfamiglia.it/
1. Qual è l’età giusta del bambino perché si possa adottare un animale domestico?
Dipende da diversi fattori ma in linea di massima, nei primissimi anni di vita i bambini sono concentrati sulla scoperta del mondo e un animale domestico aggiunge stimoli che arrivano dal mondo esterno. Intorno all’età di 2 o 3 anni, il bambino è più consapevole di quanto gli sta intorno e riesce a interagire meglio con un animale.
2. Quali sono i benefici per i bambini nel crescere con un animale domestico?
Avere un cane già in tenera età stimola l’acquisizione del linguaggio e migliora le capacità verbali. Questo è quanto emerso da uno studio dell’università del Kansas. Stare con un cane o con un gatto stimola lo sviluppo intellettivo dei bambini. Iniziano ad avere atteggiamenti più empatici e più responsabili per accudire il cane. La convivenza con un altro essere vivente li obbliga a rispettare certi limiti e certi tempi. Diventa consapevole e capisce quanto l’impatto delle sue azioni hanno sull’animale e sugli altri.
L’importante è che a seguire tutto questo ci sia un adulto perché sia un modello per il bambino da cui imparare a rispettare e curare il cane.
3. Qual è il giusto approccio che i bambini devono avere verso gli animali?
I bambini a volte abbracciano i cani, li sbaciucchiano e manifestano in modo molto espansivo il loro affetto. Questi atteggiamenti però possono essere interpretati dall’animale come un’invasione di campo. Per questo i genitori devono insegnare ai bambini che ci sono dei momenti in cui l’animale deve essere lasciato tranquillo come quando mangia, dorme o non sta bene. Inoltre se il bambino non rispetta tempi, spazi e individualità del cane, l’animale potrebbe diventare pericoloso.
4. Alcuni genitori potrebbero essere titubanti nel far crescere i propri figli con un animale domestico: quali potrebbero essere i pericoli?
La presenza dell’adulto deve essere una costante e mai lasciare i cani e i bambini da soli perché l’adulto deve modulare e monitorare i comportamenti di entrambi. Per i bambini è difficile capire il linguaggio dei cani, capire cosa vuol dire quando scodinzola, abbaia, piange. Viceversa anche per il cane può essere difficile capire quando il bambino piange, corre, rincorre.
5. Ci sono animali più o meno consigliati per i bambini?
Da etologa il consiglio è quello di evitare gli animali selvatici tra cui gli uccellini che non sono domestici. Sia da un punto di vista di benessere animale che della sicurezza salute del bambino.
Via libera invece a tutti gli animali domestici che possiamo mantenere come cani, gatti, furetti, conigli, e per chi può anche cavalli e caprette.
La Pet-Therapy infatti si basa sull’influenza positiva che gli animali domestici hanno sull’uomo. Da un punto di vista psicologico e motorio, gli animali sono una componente importante in caso di determinate malattie. Inoltre, i bambini si sentono più sicuri quando hanno un cane in casa. La loro presenza abbassa lo stress psicologico e aumenta l’ossitocina.
6. Qual è invece il consiglio che possiamo dare a una coppia che ha già un animale in casa e a cui nasce un bambino? Ci sono aspetti da considerare che riguardano nello specifico il cane?
È importante far conoscere il bambino al cane ancor prima che nasca. Ad esempio si possono usare alcuni accorgimenti come tirare fuori la culla o la carrozzina in modo che possa percepire un cambiamento graduale. Anche il pianto del bambino può essere una novità per il cane. Un’idea può essere quella di riprodurre i suoni del pianto dei bambini tramite registrazioni sonore in modo che il cane avvii un processo di abituazione a nuovi suoni. Dopo la nascita, anche far annusare al cane i vestitini del bambini per abituarli agli odori nuovi è un modo per avvicinarlo al nuovo membro della famiglia. In ogni caso è bene lasciare al cane la possibilità di rifugiarsi nella sua zona sicura se percepisce una situazione di stress.
7. Come bisogna comportarsi con l’animale perché non si senta escluso dal gruppo?
La cosa migliore è fare in modo che il cane associ la presenza del bambino a stimoli positivi. Continuare a riservare il tempo dedicato al cane per farlo sempre sentire parte della famiglia senza trascurarlo di punto in bianco. Non escludere il cane dalle interazioni familiari ma permettergli di ascoltare, annusare il nuovo arrivato. Evitare di punire il cane in presenza del bambino perché a lungo termine potrebbe associarlo a situazioni negative e pensare che il bambino rubi le attenzioni. Questo potrebbe portare il cane a sentirsi escluso dal gruppo.
Ascolta l’intera intervista nella puntata di ZAMPE IN FAMIGLIA
Seguici sui socialEtologa
Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo presso l’Università di Torino. Dopo aver svolto uno stage formativo presso il “Bioparc Valencia” (Valencia, Spagna) ed essere stata guida naturalista e ricercatrice presso “Monkeyland Primate Sanctuary” (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso “Kids Saving the Rainforest – Wildlife Sanctuary and Rescue Center” (Quepos, Costa Rica). E’ stata finalista nazionale del contest di comunicazione scientifica “Famelab 2018” ed ha partecipato come relatrice a TEDxRovigo 2019. Dal 2019 è guida escursionistica ambientale certificata e socia della Società Italiana di Etologia. Nel 2020 ha ottenuto l’attestato FGASA come guida safari in Africa e il certificato di Track and Sign da Cybertracker level I. Attualmente si occupa di divulgazione scientifica presso l’Associazione ETICOSCIENZA. Da marzo 2021 è stata nominata all’interno del Consiglio di Amministrazione del Bioparco di Roma.
chiaragrasso.eticoscienza@gmail.com