Effetti negativi delle piscine sugli animali selvatici
Per moltissimi animali le piscine tradizionali (con il cloro) e quelle con acqua salata possono essere dannose. Gli anfibi (rane, rospi, salamandre), che sono tra gli animali più a rischio, hanno una pelle permeabile e pertanto è importante ridurre al minimo il tempo di esposizione all’acqua salata o con vari reagenti chimici (il cloro entra facilmente nel loro flusso sanguigno ed ha effetti tossici).
Probabilmente la maggior parte delle specie entra nelle piscine per sbaglio. Alcuni animali potrebbero cercare di bere qualcosa e accidentalmente cadere dentro. Gli anfibi, ad esempio, possono entrare nelle piscine a causa della loro naturale attrazione per l’acqua, per motivi riproduttivi, oppure per cibarsi di qualche insetto presente sulla superficie dell’acqua.
Gli impatti negativi delle piscine sulla biodiversità non sono sempre facili da percepire. Ma se pensiamo all’effetto cumulativo su larga scala, ci accorgiamo di quanto l’impatto ecologico possa essere notevole.
Come si può ridurre l’accesso accidentale (o facilitare la fuga) di piccoli animali in piscina?
(Fonte: https://www.humanegardener.com/wildlife-and-swimming-pools/)
1. Dotarsi di uno o più dispositivi per la fuga di animali (ad esempio FrogLog o anche dispositivi a spirale per gli insetti).
2. Disattivare il filtro durante la notte. Molti animali che frequentano le piscine sono crepuscolari e se il filtro è in funzione potrebbero essere trascinati via dalla corrente e ciò potrebbe impedire loro di raggiungere la via di fuga.
3. Predisporre una recinzione intorno alla piscina in modo che rane, lucertole, insetti, topi e altri piccoli animali non cadano in acqua. Questa ovviamente può essere una soluzione costosa.
4. Utilizzare una copertura per le piscine, soprattutto di notte, per ridurre (ma non eliminare del tutto) l’accesso degli animali in acqua. Le specie più piccole potrebbero comunque passare sotto la copertura. Oltre ad una copertura, si potrebbe utilizzare almeno un dispositivo per la fuga.
5. Circondare la piscina con piante native che limitino l’accesso di anfibi, rettili e piccoli mammiferi, e contemporaneamente attraggano gli insetti impollinatori (come le api) in modo da dissuaderli dall’ingresso in acqua.
6. Adottare più di una soluzione contemporaneamente.
Piscine e sostenibilità ambientale
– Consumi e sprechi: Le piscine consumano una quantità significativa di acqua ogni anno, principalmente a causa dell’evaporazione e delle perdite strutturali. Poiché le piscine trattate chimicamente vengono generalmente utilizzate durante le stagioni calde, i tassi di evaporazione sono elevati. La maggior parte dei proprietari di piscine non copre le piscine durante le stagioni in cui le utilizzano. Ciò significa che si è costretti ad aggiungere costantemente acqua alla piscina per sostituire quella evaporata. Inoltre si stima che 1 piscina su 5 abbia una perdita e 1 su 20 piscine abbia una perdita grave.
– Sostanze chimiche: I prodotti chimici per piscine, come il cloro, hanno un impatto negativo sull’ambiente e contribuiscono negativamente alla produzione di gas serra. Inoltre, lo scarico dell’acqua trattata chimicamente, se non è eseguito correttamente, può causare problemi ai corsi d’acqua. Le sostanze chimiche coinvolte nel mantenimento di una piscina possono disperdersi facilmente nell’ambiente , con conseguenze devastanti.
La maggior parte delle piscine utilizza cloro e altri prodotti chimici aggressivi. Tali sostanze hanno però un impatto negativo sia in termini di salute umana, che per la biodiversità.
Le piscine di acqua salata stanno guadagnando popolarità come alternativa al cloro, ma non accettabili dal punto di vista della salvaguardia della biodiversità. Ma, fortunatamente, esiste una soluzione ancora migliore: le piscine naturali.
Piscine naturali
[Fonte: 1) https://ec.europa.eu/environment/emas/takeagreenstep/pdf/BEMP-9.6-FINAL.pdf
2) https://www.ecohome.net/guides/2237/natural-ponds-and-natural-swimming-pools/ ]
Le piscine tradizionali (che utilizzano composti chimici per il mantenimento e la disinfezione, come il cloro) possono consumare quantità considerevoli di energia, acqua e sostanze chimiche e, come abbiamo visto, possono provocare diversi danni all’ambiente.
Le piscine naturali, invece, sono progettate per funzionare in maniera efficace senza la necessità di prodotti chimici continui di disinfezione e con requisiti minimi di energia e acqua. Ispirate ai sistemi lacustri, le piscine naturali incorporano un sistema di filtrazione naturale sotto forma di una zona di rigenerazione, in cui un substrato aggregato e piante appositamente selezionate filtrano l’acqua da nutrienti, alghe e microrganismi.
Le piscine naturali evitano l’uso di cloro e altri agenti disinfettanti o sistemi di trattamento, eliminando così (quasi del tutto) l’impatto ecotossico e riducendo notevolmente il consumo di energia.
Le piscine naturali richiedono più spazio rispetto alle piscine convenzionali (per avere la stessa area di nuoto). Tuttavia, a differenza di quelle tradizionali, le piscine naturali possono essere integrate nel paesaggio circostante e possono supportare la biodiversità locale, fornendo un habitat per le specie acquatiche. Quindi, oltre a ridurre gli effetti di ecotossicità, le piscine naturali possono avere anche un effetto positivo per piante e animali.
È possibile utilizzare una serie di piante acquatiche, sia nella zona di rigenerazione che nel corpo della piscina principale. È fondamentale utilizzare piante autoctone, sia per facilitare l’adattamento all’ambiente e sia per massimizzare e i benefici in termini di biodiversità.
Al fine di fornire un efficace trattamento dell’acqua, è importante inserire anche piante palustri, che intervengono naturalmente nei processi di decomposizione.
Le dimensioni minime consigliate per la piscina naturale variano da 30 a 50 metri quadrati. A seconda del progetto, le zone di balneazione comprendono tipicamente dal 50 al 70% della superficie totale dell’acqua; il resto è dedicato alla filtrazione. L’acqua viene pompata in aree poco profonde (zona di rigenerazione) con un’abbondante vita vegetale e aggregati che agiscono come filtri naturali, mantenendo l’acqua pura e limpida.
Affinché le piante possano prosperare, i livelli di pH dovrebbero essere mantenuti tra 5,5 e 7. Attenzione alla proporzioni di ombra e sole: il sole favorisce la crescita delle alghe, quindi in realtà, minore è l’esposizione al sole, meglio è. Le aree soleggiate possono essere ombreggiate naturalmente con foglie galleggianti che rallenteranno la crescita delle alghe e proteggeranno la vita acquatica.
E le zanzare? Contrariamente a quello che si pensa, avere una piscina naturale (ben realizzata) può effettivamente ridurre la presenza di zanzare, attirando libellule e altri predatori naturali.
Vita acquatica – insetti, chiocciole, anfibi e vari microrganismi: si nutrono l’uno dell’altro, assicurano acqua sana e il fascino di un ambiente acquatico naturale. Ne sono un esempio i piccoli crostacei del genere Daphnia, creature microscopiche sono comuni nella maggior parte dei laghi e stagni. Svolgono un ruolo importante nella regolazione dei cicli di nitrati, fosfati e fitoplancton. Sono predatori di batteri e sono un’importante fonte di cibo per altre forme di vita acquatica.
La manutenzione di una piscina naturale è diversa da quella di una piscina tradizionale. Se la piscina è ben progettata, dovrebbe richiedere meno tempo ed energia rispetto a una piscina convenzionale. Prendersi cura di un ambiente naturale rende la manutenzione più simile al giardinaggio, ma tutto dipende dalla struttura della piscina stessa.
Sì, bello…ma quanto costa una piscina naturale? Alcuni ti diranno che costa di più, altri ti diranno che costa meno. Il design e la complessità saranno i fattori principali nel determinare il costo di una piscina naturale costruita da professionisti rispetto a una piscina convenzionale. Un grande vantaggio che le piscine naturali hanno rispetto alle piscine standard, è che non è richiesto alcun ulteriore “abbellimento” del paesaggio o intervento decorativo, visto che l’obiettivo è quello di ricreare un ambiente più naturale possibile.
Altre fonti utili
– https://patents.google.com/patent/US4972540A/en
– https://cen.acs.org/articles/88/web/2010/06/Assessing-Swimming-PoolsEnvironmental-Cost.html
chi siamo
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Associazione di Etologia Etica®
Divulgazione scientifica, ricerca naturalistica, corsi di formazione, eventi, seminari universitari, educazione ambientale e sostegno a progetti di conservazione.
Biologo Naturalista
Laurea Triennale in Scienze biologiche presso “Sapienza” Università di Roma e specializzazione con una Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo presso l’Università di Torino (votazione: 110 e lode). Dopo aver svolto uno stage formativo presso “Ecotoxicology and Animal Behavior Laboratory” (Iasi, Romania) ed essere stato guida naturalista e ricercatore presso “Monkeyland Primate Sanctuary” (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso “Kids Saving the Rainforest – Wildlife Sanctuary and Rescue Center” (Quepos, Costa Rica). Da settembre 2019 è socio della Società Italiana di Etologia. Dopo una recente collaborazione nell’ambito dell’educazione ambientale con il Parco fluviale Gesso e Stura, attualmente si occupa di ricerca e divulgazione scientifica presso l’Associazione ETICOSCIENZA. E’ autore del saggio “I segreti dell’immunità. Tutto ciò che possiamo imparare dagli animali su igiene e controllo delle infezioni” (Edizioni Lindau).
christianlenzi.eticoscienza@gmail.com
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