Articolo di Marta Godio, infermiera veterinaria in Australia, che ha seguito e superato il nostro corso di divulgazione scientifica.
Molti si chiederanno come mai un’infermiera cosi giovane sente il diritto di poter parlare di un tema tanto delicato. Bè negli anni in cui ho praticato il mio lavoro ho capito che la mia missione è quella di creare un ponte tra il cane e il padrone, una connessione in grado di comunicare le reciproche esigenze che molte volte il proprietario non è in grado di recepire a causa del vortice di emozioni che lo travolge. Voglio mettere la mia esperienza e i miei studi al servizio degli animali, in ogni contesto possibile.
La mia formazione classica mi ha permesso di interrogarmi sempre più a fondo riguardo al significato delle parole e di quanto potere possano avere nel nostro quotidiano.
Eutanasia deriva dal greco e letteralmente significa εὔ- bene e θάνατος morte. È un argomento difficile, di cui si ha ancora timore a parlare. La perdita di un animale domestico è uno dei momenti più difficili della nostra vita. Spesso un proprietario si sente colpevole nel momento in cui deve prendere questa decisione e capita che si possa trovare di fronte a professionisti che non sono in grado di supportare e preparare a questa decisione. Oggi voglio provare a spiegarvi quello che viviamo quotidianamente in una clinica, cosa vediamo e come si può affrontare un momento cosi delicato.
Oltre ad essere proprietari, conduttori, amici dei nostri pet, siamo inevitabilmente anche i responsabili del loro benessere. La morte in natura, è spietata, non si fa scrupoli. Quando sopraggiunge è perché il corpo ha smesso di funzionare correttamente. Non sempre “lasciare che la natura svolga il suo corso” è la soluzione migliore, a volte dobbiamo farci forza e prendere questa decisione prima che le famose “cinque libertà” (dalla sete e dalla fame, dal dolore, di un ambiente inadeguato, di manifestare il comportamento specie-specifico e dalla paura) vengano a mancare.
Gravi malattie o l’età estremamente avanzata possono logorare il corpo del nostro migliore amico sotto i nostri occhi. A volte ci diciamo “fin che scodinzola è felice” oppure “fin che mangia va tutto bene” e d’un tratto ci ritroviamo un corpo senza più forze, che lentamente si spegne come una fiammella senza più ossigeno. Immaginate quanto possa essere logorante, provate a pensare di essere intrappolati in una macchina che non funziona e ti porta dove vuole lei.
A quante persone è capitato di trovarsi in questa situazione e non sapere cosa fare: il cuore dice una cosa e il veterinario ne dice un’altra. A mio avviso è essenziale pretendere umanità. Non lasciate che vi si dia un consiglio per risparmiare tempo e denaro, provate il tutto per tutto nei limiti dell’etica, quando sopraggiunge il momento non fatevi lasciare da soli, non lasciate da soli i vostri animali, ma soprattutto cogliete i suoi segnali che vi urlano che è il momento di lasciarli andare.
Quante persone per paura non riescono ad assistere e cosi lasciano il cane da solo in clinica nel momento in cui più di tutti ha bisogno del nostro supporto. Neanche immaginate quante volte ho tenuto tra le braccia il cane di un alto, ripetendo il suo nome e accarezzandolo, come se fosse stato il mio compagno di avventure. Loro sanno cosa sta succedendo, ricordatevi che gli animali sono istinto puro, è difficile imbrogliarli. Siate presenti, siate il loro sostegno quando le zampe non gli reggono, siate il loro calore quando il loro corpo è troppo stanco per scaldarsi, siate la loro forza.
COME FUNZIONA?
Vi spiego in parole semplici come avviene l’eutanasia: il veterinario utilizza un blando sedativo per rilassare l’animale, procede con l’inserimento del catetere endovenoso ed infine con la somministrazione di un barbiturico. Dalla sedazione si passa in pochi secondi alla morte cerebrale. Il farmaco agisce immediatamente su cervello e cuore. Ci possono essere delle
contrazioni a carico del sistema nervoso, un grande sospiro dovuto allo svuotamento dei polmoni, ma non appena viene esaurito il contenuto della siringa la morte è già sopraggiunta. Il tutto ha una
durata massima di dieci minuti. Immaginatevi un cane lasciato solo con un veterinario che magari non ha mai visto prima, a dover affrontare questo momento da solo. Immaginate la paura e lo
stress di non essere a casa con voi. Da proprietaria prima che da professionista, io non potrei mai fare una cosa del genere al mio cane. Per tutti i momenti felici, per tutte le risate e le avventure, noi dobbiamo esserci.
È fondamentale cercare di mantenere la calma, accompagnarli con serenità, se è possibile richiedete la visita a domicilio. So che in questi tempi di Covid è pressoché impossibile, però dobbiamo fare tutto il possibile per ricreare per loro una situazione di normalità e calma.
Se in famiglia ci sono dei bambini sconsiglio la loro presenza a meno che non siano stati caparbiamente preparati dai genitori e dal veterinario ad affrontare questo momento. Più di una volta ho visto cani in preda al panico perché i bambini urlavano disperati, bisogna pensare al benessere di tutti, un momento cosi delicato non può trasformarsi in un caos. Se non vi sentite in grado di affrontare la situazione da soli, non abbiate paura a chiedere ad un amico di
accompagnarvi o di richiedere un supporto psicologico a chi compete, non abbiate paura dei vostri sentimenti, di non saperli gestire. La perdita dei un animale è un lutto a tutti gli effetti.
Col tempo ho maturato la mia idea sul tema della morte, quando ci sei a contatto tutti i giorni è inevitabile porsi continuamente la domanda: “ma perché succede”. Ho trovato la mia risposta nel
termine stesso di animale, infatti dal latino troviamo il significato “anima o derivato dell’anima” e in greco “soffio che apre i bronchi” . Sono dotati di quello spirito, di quella energia che ci pervade e ci tiene in vita.
Fate tesoro dei loro insegnamenti, siate il loro punto di riferimento e i loro migliori amici. Purtroppo percorrono con noi solo un breve tratto del nostro viaggio, non saranno fisicamente con noi per sempre, ma nell’anima (si proprio nella parola da cui deriva il loro nome) non ci abbandoneranno mai.
Per tutti questi motivi dobbiamo impegnarci a donargli “una dolce morte” in cambio di tutto ciò che loro hanno fatto per noi. Avere un cane significa essere responsabili del suo benessere ma anche del suo ricordo, cosi vivranno per sempre; li troveremo nel vento, nelle stelle, nei sogni.
Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell’Associazione ETICOSCIENZA