Articolo di Alessandro Di Bello, nostro associato che ha seguito il corso in Comunicazione e Divulgazione scientifica.
Le api sono i pilastri dei nostri ecosistemi, così piccole eppure così importanti per tutti gli esseri viventi, a partire dalle piante e a finire con l’uomo stesso. Il ruolo principale di questi insetti è l’impollinazione, questo perché le piante si riproducono attraverso il polline che però deve essere trasportato tra le piante con qualche mezzo. Alcune piante utilizzano vettori come gli agenti esogeni, per esempio fanno trasportare il polline dal vento, altre utilizzano vettori animali come le api. Il corpo di di questi insetti (da migliorare l’espressione) è ricoperto da peluria e quando si appoggiano sui vari fiori raccolgono accidentalmente il polline presente e lo trasportano su altri fiori, permettendo la fertilizzazione della flora circostante. In particolare, la specie che viene chiamata “bombo”, è molto efficace in questo compito e aiuta anche l’agricoltura favorendo la fertilizzazione di pomodori e mirtilli.
Questo significa che le conseguenze dell’estinzione di organismi così integrati nel nostro sistema Terra sarebbero inimmaginabili, di conseguenza si penserebbe che sforzi particolari siano messi in atto per la salvaguardia di questo gruppo di insetti. Invece le api domestiche sono probabilmente una delle specie più colpite dal cambiamento climatico.
Rispetto al 1990 si trovano il 25% di specie in meno, specie che sono responsabili per l’impollinazione dell’85% di tutte le nostre coltivazioni. Per quanto riguarda i bombi in Nord America la probabilità di avvistare uno di questi insetti è diminuita del 50% rispetto al 1974, in Europa la diminuzione è del 17% rispetto ai primi anni del ventesimo secolo.
Il riscaldamento globale è il fattore determinante sulla capacità di sopravvivenza delle api. Esse sono molto sensibili a cambiamenti di temperatura e il fatto che negli ultimi anni si siano registrate le temperature più alte degli ultimi 100 anni ha destabilizzato enormemente questi animali. In più il cambiamento climatico impatta anche sulle piante e fiori da cui le api possono trarre nutrimento, rendendo più difficile il raggiungimento di appropriate quantità di cibo. Oltre a questo, anche l’uso di alcuni pesticidi, contenenti neonicotinoidi, provoca la morte degli insetti.
Ci sono diversi modi con cui possiamo prevenire il peggio, per combattere le alte temperature si dovrebbero costruire più parchi ed aree verdi, che sono generalmente più freschi, in zone urbane può fornire un riparo durante le giornate più calde. Un’altra pratica facile che può essere messa in atto è quella di piantare specie con fiori da cui le api possono ricavare sostentamento e non utilizzare pesticidi troppo aggressivi.
Alessandro Di Bello
Fonti:
Doublas M., “Bumblebees are going extinct in a time of climate chaos”, 2020, National Geographic.
Soroye P., Newbold T., Kerr J., “Climate change contributes to widespread declines among bumble bees across continents”, 2020, Science.
Lombrana M. L., “Bee extinction worries grow as species numbers drop”, 2021, Bloomberg
Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell’Associazione ETICOSCIENZA