Una delle domande che ricevo più spesso è se i safari in Africa in cui si avvistano animali liberi siano o non siano etici.
Da guida Safari certificata FGASA in Sudafrica posso solo dire: dipende.
È come chiedere: ma i ristoranti cucinano bene? Quali? Dove? Chi è il cuoco? Qual è la qualità del cibo?
Per i safari vale la stessa cosa.
Dove lo fate? Con chi lo fate? Quando lo fate? Con che modalità?
Partendo dal presupposto che si tratta di animali liberi in natura, quindi di per sé è chiaramente più etico di andare al circo, dire safari vuol dire tutto e vuol dire niente.
La risposta è: dipende dalle nostre scelte e dall’agenzia/guida con cui scegliamo di fare il safari.
Vi parlo da etologa, ma soprattutto da guida safari.
State alla larga dalle agenzie di viaggio, dai tour operator e dai lodge che vi garantiscono che vedrete gli animali, che vi passeranno vicini e che sarà possibile avvistare i cuccioli o chissà quali scene da documentario.
Ricordiamoci che siamo in natura, non in uno zoo e se l’agenzia che ci offre l’opzione del “soddisfatti o rimborsati”, non è di certo un approccio etico. Anzi. Si tratta meramente di busisness e profitto. Nessuno può garantirci quali animali vedremo, è la Natura che decide che regali farci quel giorno e sta a noi essere turisti consapevoli e rispettosi da apprezzare tutto quello che avremo la fortuna di ammirare, da una farfalla ad una scena di caccia di un leopardo. Questo approccio dipende dalla guida e dall’etica dell’agenzia con cui decidete di partire.
I Safari, come i whale watching in cui ammirare cetacei in mare aperto o i bird watching dove è possibile scrutare l’avifauna nel cielo, sono fantastiche opportunità per unire educazione ambientale, conservazione, tutela faunistica e turismo…ma vanno fatte con criterio e consapevolezza o invece di aiutare gli animali, non facciamo altro che contribuire al loro stress e abuso, come il 90% del turismo di oggi.
Come scegliere i safari etici, quindi? Cosa richiedere all’agenzia e alla guida?
1) Non facciamo gli eroi prendendo la prima macchina a noleggio fuori dall’aeroporto avventurandoci in un safari fai da te.
Avere una guida CERTIFICATA è una certezza per la sicurezza, le informazioni fornite e la possibilità di contribuire attivamente alla salvaguardia dell’ambiente.
2) Scegliamo quindi solo guide certificate (l’unica valida in Sudafrica per esempio è FGASA). La certificazione è una garanzia per l’etica, per il benessere animale e per la nostra esperienza. Chiediamo all’agenzia, al lodge e alal guida stessa, quindi, i certificati del tour.
3) Siamo in savana, non in uno zoo. Avvistare gli animali non è un obbligo. Non forziamo la guida a portarci per forza dal leopardo o dall’elefante. Le guide guadagnano pochissimo e l’entrata più grande viene dalle mance, per cui farebbero di tutto. Compreso andare fuori tracciato calpestando la vegetazione, uccidere rettili, insetti, uova, disturbare animali che stanno cacciando, mamme con i piccoli, maschi in calore o animali feriti pur di portarci a pochi metri dall’animalone che volevamo vedere, in modo da farci “contenti” e assicurarsi qualche dollaro di mancia. Facciamo capire alla guida, quindi, che il modo per farci felici è non andare fuori pista, non correre per strada e non disturbare gli animali andando troppo vicino. Sempre molto meglio offrire un binocolo, invece di avvicinarsi all’animale.
4) Ci sono guide che per assicurare l’avvistamento dei “big 5” ai loro turisti, sono arrivati al punto di alimentare gli animali, facendoli abituare alla macchina fino a farli letteralmente salire sopra il veicolo. Questi animali spesso sono stati poi uccisi perché troppo confidenti, quindi pericolosi. Vogliamo davvero guide così? Vogliamo davvero essere parte di questo turismo malsano? Ovviamente NO all’alimentazione degli animali! Se la guida dovesse compiere un’azione del genere denunciatela subito al parco!
5) La guida non deve mai avvicinarsi a più di 30 metri dagli animali. Se l’animale si accorge di noi e modifica il suo comportamento in funzione della nostra presenza, la guida ha sbagliato qualcosa. La prima regola etica e dentologica è che l’animale non deve essere disturbato dalle macchine. Cosa fondamentale nei safari etici è quindi il rispetto dello spazio e della quiete degli animali, dalle grandi giraffe alle piccole lucertole. La guida dovrebbe quindi spiegare a bassa voce, cercando di raccontare le caratteristiche e le curiosità degli animali e non solo indicare la bestia e aspettare che si scattino le foto. Deve essere un’uscita educativa, in cui si impara qualcosa, non una passeggiata tra “le vetrine”.
6) Non è Disneyland e nemmeno un villaggio turistico. La guida può essere amichevole e simpatica per rendere tutto più divertente ma niente e nessuno deve poter mettere in pericolo la vita degli animali e dei turisti.
7) Evitiamo i grandi parchi nazionali, soprattutto senza guida. Un leone accerchiato da 17 macchine di turisti imbecilli che ne attirano l’attenzione fischiettando non è il massimo dei safari etici.
Ad esempio, se scegliamo di visitare un grande parco nazionale famoso e main stream come ad esempio il Kruger, in Sudafrica o il Serengeti in Kenya, e se scegliamo di guidare noi da soli invece di prendere una guida, stiamo facendo solo un “selfie tourism” invece di essere parte di un turismo consapevole ed educativo, che contribuisce anche al sostentamento delle popolazioni locali.
Oltretutto, nei grandi parchi nazionali, proprio perchè chiunque può guidare da solo, ci sono migliaia di macchine che accerchiano gli animali.
Nessuna regolamentazione, pochissimi controlli e fondamentalmente ognuno fa quel che vuole, disturbando gli animali.
Quindi sempre meglio piccoli parchi e sempre con una guida, che oltre a fornirci informazioni sugli animali, è una garanzia di sicurezza e benessere animale.
8) Ricordiamoci che essere in savana è un’esperienza a 360° e siamo lì per ammirare, vivere e conoscere tutto! Non solo i big 5 e gli animali carismatici. La guida dovrebbe quindi coinvolgerci in ogni piccola scoperta, dalle tracce degli animali, agli uccellini, gli insetti, le piante, i fiori, la geologia e la storia: è un’esperienza immersiva che non è soltanto una caccia all’animalone da documentario.
Insomma, questi piccoli consigli sono la base per fare safari etici che rispettino fauna e ambiente e ci assicuri un’esperienza emozionante ma responsabile. Assicuriamoci di puntualizzare questi pre requisiti con l’agenzia con cui partiamo e di essere con una guida che si è guadagnata la stima e il rispetto degli animali prima di quel giorno.
Il turismo può essere la salvezza o la condanna della biodiversità. Dipende da noi scegliere da che parte stare.
Vuoi imparare di più sulla fauna africana, sulle curiosità e l’etologia degli animali che vivono la savana? Ho prepato un corso online proprio per farti vivere un safari virtuale tra la terra rossa e l’acacia: https://www.eticoscienza.it/corso-in-introduzione-alla-fauna-terreste-del-sudafrica/
Etologa
Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo presso l’Università di Torino. Dopo aver svolto uno stage formativo presso il “Bioparc Valencia” (Valencia, Spagna) ed essere stata guida naturalista e ricercatrice presso “Monkeyland Primate Sanctuary” (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso “Kids Saving the Rainforest – Wildlife Sanctuary and Rescue Center” (Quepos, Costa Rica). E’ stata finalista nazionale del contest di comunicazione scientifica “Famelab 2018” ed ha partecipato come relatrice a TEDxRovigo 2019. Dal 2019 è guida escursionistica ambientale certificata e socia della Società Italiana di Etologia. Nel 2020 ha ottenuto l’attestato FGASA come guida safari in Africa e il certificato di Track and Sign da Cybertracker level I. Attualmente si occupa di divulgazione scientifica presso l’Associazione ETICOSCIENZA. Da marzo 2021 è stata nominata all’interno del Consiglio di Amministrazione del Bioparco di Roma.
chiaragrasso.eticoscienza@gmail.com
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