È estate, le giornate sono lunghe e invitano a passeggiate ed escursioni in montagna. E come ogni estate aumentano gli avvistamenti di serpenti, tra gli animali che più suscitano pregiudizi e paure infondate, alimentati anche da false credenze. I serpenti sono infatti tra gli animali meno amati e più perseguitati, spesso schiacciati lungo strade e sentieri.
È importante innanzitutto ricordare, come ogni anno, che tutti i serpenti sono specie protette, e non possono essere uccisi. Oltre a ciò, hanno un ruolo fondamentale nell’ecosistema e nella rete alimentare, sia come predatori (di invertebrati, anfibi, piccoli uccelli e mammiferi) sia come prede (di grossi uccelli e vari mammiferi). Le popolazioni di questi rettili, tra l’altro, stanno subendo un generale declino, a causa della perdita di habitat e delle persecuzioni dirette.
Ma da dove deriva la grande avversione che molte persone provano per questi affascinanti animali? In buona parte da una conoscenza insufficiente delle loro caratteristiche e abitudini, oltre che da false credenze, come quella per cui le vipere verrebbero liberate nei boschi per aumentarne la popolazione.
Cerchiamo quindi di conoscerli meglio: quasi tutti i serpenti che possiamo avvistare in Valtellina sono innocui per l’uomo. Le specie più diffuse sono biacco, saettone, colubro liscio e natrice dal collare (o biscia d’acqua). Spesso è facile osservarli, in periodo primaverile ed estivo, vicino ai muretti a secco o nelle fessure tra i sassi, in particolare dopo la pioggia, quando escono al sole per riscaldarsi. La biscia d’acqua si trova spesso vicino a piccole pozze d’acqua, dove si nutre di girini. Quest’ultima viene molte volte uccisa a causa della sua particolare strategia di difesa: infatti, se minacciata può gonfiare la testa (che assume così una forma triangolare, simile a quella della vipera) e soffiare, venendo in questo modo scambiata per una vipera e uccisa per questo.
Esemplare giovane di natrice dal collare (Natrix helvetica), a caccia di girini in una pozza
È importante, anche nel caso di queste specie, non cercare di catturarle o molestarle anche perché alcuni serpenti, come il biacco, possono reagire in modo energico mordendo a un disturbo da parte nostra.
Esemplare adulto di saettone (Zamenis longissima) in un bosco di abeti
Colubro liscio (Coronella austriaca) su un muretto a secco
Le uniche specie potenzialmente pericolose per l’uomo sono le vipere, di cui in particolare sulle nostre montagne possiamo trovare due specie, la vipera comune e il marasso. Le vipere, tuttavia, sono serpenti molto schivi, che reagiscono nella maggior parte dei casi strisciando via lentamente, mordendo solo se minacciate direttamente. Anche in quest’ultimo caso, inoltre, spesso il morso non inocula veleno ma viene dato “a secco”, in quanto il veleno è una sostanza che richiede un grande consumo energetico per essere prodotto, e serve alla vipera per predare gli animali di cui si nutre.
Vipera comune (Vipera aspis) su un muretto a secco
Svolgiamo quindi le nostre escursioni in tranquillità, ricordandoci di rispettare alcune semplici norme di comportamento: utilizzare scarponi, fare attenzione e battere a terra prima di sederci su pietre o muretti, evitare di mettere le mani in fessure o buchi tra i sassi o sotto i cespugli. E tenere al guinzaglio il nostro amico a quattro zampe, che spesso tra l’altro costituisce un pericolo per molti animali selvatici.
E magari, se ci capita durante un’escursione di avvistare un serpente, godiamoci il momento, e osserviamo per un attimo questi elusivi e splendidi animali, che rendono l’ecosistema delle nostre montagne più ricco e completo.
Articolo di Barbara Giuliani
Fonti bibliografiche:
A. Gentili, S. Scali, “I rettili della bassa Valtellina – Ecologia, rapporti con l’uomo e problemi di conservazione” (supplemento al volume 19 – 2008 de “IL NATURALISTA VALTELLINESE”, Atti del Museo civico di Storia naturale di Morbegno”)
Legge Regionale 31 marzo 2008, n. 10 “Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea” (Regione Lombardia)
S. Bovero, L. Canalis, S. Crosetto, “Gli anfibi e i rettili delle Alpi – come riconoscerli, dove e quando osservarli” (BLU Edizioni, 2013)
Seguici sui socialArticolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell’Associazione ETICOSCIENZA
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